Molto prima che l’uomo apparisse sulla terra il “Great Salt Lake” era un bacino smisurato e relativamente poco profondo che sconvolgimenti della crosta terestre privarono (presumibilmente) di corsi d’acqua immissari ed emissari: la conseguenza di questo ipotizzato terremoto fu la lenta evaporazione dell’acqua contenuta nel bacino, comunque ricchissima di sali minerali. Ne scaturì, dopo secoli e millenni, un deposito di sale che ancora contiene, negli strati inferiori, tracce d’acqua. Sotto questo aspetto il Great Salt Lake, più o meno duecento anni fa, rappresentava un ostacolo alle esplorazioni degli scouts che intendevano procedere verso Ovest, ovvero in direzione dell’Oceano Pacifico, partendo dalle Colonie della costa Atlantica. Solo nel 1870 un Capitano dell’Esercito degli Stati Uniti fu incaricato (e fu in grado) di rilevare topograficamente il sito: dal suo nome, Benjamin L.E. Bonneville (nato in Francia nel 1795), una porzione estrememente piatta del deserto, già esplorato in precedenza, si dice, anche dal mitico Kit Carson. Il prevalente utilizzo di tutto il Great Salt Lake è relativo all’estrazione di sali minerali, appunto, ma recenti accordi, dopo oltre quarant’anni di trattative condotte con l’Amministrazione, hanno concesso in uso i Bonneville Salt Flats alla South California Association la quale, in cambio, deve sopportare una parte delle spese necessarie al mantenimento del sito: si tratta del pompaggio dell’acqua che affluisce, attraverso vari corsi d’acqua sotterranei, negli strati inferiori del deserto. L’aspetto turistico, pur promosso dalla Camera di Commercio dello Utah, non rileva flussi significativi. Lo sfruttamento della incredibile porzione di deserto a fini velocistici, è generalmente attribuita ad Ab Jenkins, il quale, nel 1907 inforcò la sua moto Yale e raggiunse le 60 mph (meno di 100 km/h); nel 1914 l’abitudine a compiere tentavivi di velocità doveva essere già consolidata perchè risulta che Teddy Tezlaf, su Benz, fece cronometrare una velocità di ben 141.73 mph, ossia 228 km/h. Durante gli anni quaranta Ab Jenkins percorse in lungo ed in largo la piatta distesa di sale con varie versioni di un’autovettura da record, la Mormon Meteor, ispirando i successivi tentativi di John Cobb e di Sir. Malcolm Campbell. La presenza di una pista naturale così adatta ai tentativi di velocità era nota agli hot rodders i quali, letteralmente, sognavano, senza averli mai visti, i Bonneville Salt Flats, attribuendo loro persino un appellativo inedito: “the Salt” scritto con la capital letter per distengerlo dai “lakes” (small letter) abitualmente frequentati. Il sogno era destinato ad avverarsi per merito di WallY Parks, allora segretario della S.C.T.A., e della South California Timing Association. I contatti epistolari con la Camera di Commercio e con Ab Jenkins (il quale, nel frattempo, aveva organizzato, con la collaborazione di Balir Lamus, la “Speed Week”) sfociarono nel primo tentativo avvenuto a fine Agosto del 1949. Da allora nessuna edizione della “Speed Week” è stata rimandata, se non per i frequenti allagamenti dovuti ai temporali autunnali che caratterizzano il clima della zona. Chiunque voglia visitare i Bonneville Salt Flats deve fare riferimento alla cittadina di Wendover ed al fuso orario dello Utah. La cittadina di Wendover, per scelta non meglio precisata, è stata fondata nel 1907 quale stazione di rifornimento d’acqua per le locomotive a vapore della neonata “Western Pacific” e nel 1914 vi si fece passare una tratta della prima linea telefonica transcontinentale (con tanto di pali e fili aerei), interrata nel 1942. Essendo situata esattamente sulla linea di confine tra Utah e Nevada, Wendover è una cittadina particolare in quanto dotata di due prefissi telefonici e di due Codici d’Avviamento Postale e, non si sa bene per quale motivo, fu scelta quale sede dell’addestramento riservato ai piloti dell B 29 “Enola Gay”, destinato a sganciare la prima bomba atomica, quella su Hiroshima. Vagamente interessati alla storia di Wendover, gli hot rodders del 1949, più provati dalle “one-arm-bandit” (slot machines) situate nella sala da pranzo dell’albergo (appartenente topograficamente allo Stato del Nevada), si innamorarono all’istante della distesa, grazie anche ai risultati insperatamente ottenuti nonostante l’altitudine (oltre quattromila piedi pari a più di 1.200 metri sul livello del mare), e decisero che sarebbero ritornati l’anno successivo. Come detto ciò si è sempre puntualmente verificato, anzi, alla classica data di fine Agosto si è aggiunta quella dei primi di Ottobre per i tentativi di record omologati dalla F.I.A. Descrivere ciò che accade su “the Salt” ha impegnato fior-fiore di Autori, ma un accenno è più che giusto: iniziando dalla fotografia aerea, quì sotto, a destra, in grado di dare soltanto una pallida idea dell’immensità desolata, solcata unicamente dalla triplice “Long Black Lane” che delimita il percorso, unico manufatto aggiunto alla magnanimità della Natura. Il seguito, descritto fotograficamente, alla pagina “Bonneville Salt Flats Pictorial”: buona visione! |
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Nelle due mappe riportate sopra: a sinistra la primitiva estensione del Great Sal Lake; a destra quella attuale. |
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Sopra, a sinistra: la rappresentazione grafica del sito (“Typical Race Area”) ove si svolgono i tentativi per la conquista dei primati; a destra una vista aerea dei Bonneville Salt Flats durante una “Speed Week”. |
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La veduta dal satellite dei Bonneville Salt Flats: l’iimagine reale di ciò che è visualizzato nella rappresentazione grafica sopra riprodotta. |
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