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Per un lungo periodo di tempo la stampa e la sua capacità di testimoniare i fatti, anche a distanza di tempo e di luoghi, ha costituito l’unico riferimento per provare l’esistenza di un fenomeno chiamato “hot rodding”.

La prima, vera ed insospettabile prova viene da un rotocalco famosissimo, LIFE, uscito in edicola con la data dell’11 Maggio 1945: la copertina ritrae un marinaio dell’US Navy rientrato in Patria per la fine del secondo conflitto mondiale. All’interno un articolo intitolato “Hot Rods” cerca di spiegare alle centinaia di migliaia di famiglie americane che leggevano la rivista che cosa significasse quel nuovo vocabolo e che cosa si nascondeva dietro di esso. Gli abitanti dell’area circoscritta alla Los Angeles County seguono, invece, con un certo disgusto, ciò che il “Los Angeles Gazette” pubblica, quasi quotidianamente, sulle sfide tra giovani e giovinastri sui viali della città con inspiegabile preferenza per il Sepoulveda Boulevard, nel periodo tra il 1946 ed il 1948.

Finchè a Gennaio 1948 le edicole del Sud California espongono un nuovo periodico, HOT ROD Magazine, pubblicato da un ex Public Relation’s man della Paramount, tale Robert E. Petersen, il quale non si vergogna di proporre la rivista nei Ristoranti, nelle Cafeterie e nei Drive-ins frequentati dai giovani.

A capo di HOT ROD Magazine, con l’altisonante qualifica di Direttore, un giovane entusiasta hot rodder, Wally Parks, che vive correndo sul laghi della San Bernardino Valley, scrivendo e raccogliendo pubblicità tra le Officine, con l’idea irremovibile di “organizzare” le attività dei giovani amanti della velocità. Riuscirà nel proprio intento a partire dal Marzo 1951, sempre affiancato dalla moglie ed ancor oggi (2006) a capo dell’Organizzazione da lui fondata.

Per chiudere il cerchio LIFE, con il numero uscito il 29 Aprile 1957, discute sulla Hot Rod’s Fever, spiegando in copertina “The Zoom of Drag Racing”. Soltanto due anni dopo, nel 1959, viene pubblicato il primo Testo sull’argomento: a prendersi la responsabilità è la Prentice-Hall, con sede a Englewood Cliffs nel New Jersey, con la stampa di “The Complete Book of Hot Rodding”, stilato da Robert E. Petersen con la collaborazione dei Redattori di HOT ROD Magazine.

A partire dal 1961 HOT ROD Magazine integra i dodici numeri “regolari” con gli “Annuals”, fascicoli di oltre duecento pagine che si prefiggono di condensare lo ”state of the art” dello hot rodding e le tendenze emergenti, di seguito imitati anche da Rod & Custom, da Car Craft (entrambi editi da Petersen) e dal “concorrente” Popular Hot Rodding (Argus Publishers Corporation di Sparta, nell’Illinois).

Con l’inizio della seconda metà degli anni sessanta l’Editoria specializzata negli sports motoristici popolari inizia a lievitare con Testate sempre più dedicate a fenomeni di “nicchia”: tanto vale per la moda dei dune-buggies così come per quella dei vans e persino Testate “tradizionali” (Car and Driver, per esempio) non possono esimersi dal trattare, di quando in quando, il boom dello hot rodding “di frontiera” contestualmente alla cronaca della 500 Miglia di Indianapolis ed ai tests dedicati agli ultimi modelli della produzione.

Per l’Italia l’avvio sembra buono, proprio nel medesimo lasso di tempo: Auto Italiana, il settimanale sportivo di Quattroruote, esce con il numero del 30 Gennaio 1964 quasi interamente dedicato, copertina compresa, a “Bielle Roventi alla conquista dell’Europa”: ma si tratta, purtroppo, di un misero fuoco di paglia, nonostante l’articolo di Eraldo Sculati “Hanno scomodato Newton per non pagare le multe” sia un capolavoro di divulgazione che non mi stancherò mai di consigliare a chiunque voglia veramente capire lo hot rodding ed il drag racing. Ma è rimasto l’unico esempio valido per tutto il successivo mezzo secolo!

Ai giorni nostri HOT ROD Magazine è stato acquisito, unitamente ad altre testate già della Petersen o di altri Editori, dal Pimedia Automotive Group, un colosso finanziario che ha in catalogo dozzine di periodici: a livello di informazione è forse il miglior Editore al Mondo sull’argomento “hot rodding”.

Altra pubblicazione specializzata (nella drag race) è National Dragster, l’organo settimanale di informazione per gli iscritti alla N.H.R.A.: oltre alle cronache anche fotografiche del Campionato, molto spesso vi si possono reperire articoli di carattere divulgativo (come la ”Fan Guide” pubblicata agli inizi di ogni Stagione), tecnico e storico. Drag News, per lunghi anni contrapposta a National Dragster perchè Organo Ufficiale della American Hot Rod Association, ha da tempo cessato le pubblicazioni, ma il nome è stato riesumato da Todd e Laurie Silvey nel 1988 per un periodico dedicato agli sportsmen della drag race.

Gli appassionati (esistenti, eventuali e futuri) di hot rods possono trovare soddisfazione in “Rod & Custom”, nata nel 1953 (chiusa agli inizi degli anni settanta e riesumata nel 1988) per merito della Petersen, oggi edita dal “solito” Primedia Automotive Group che ha anche in catalogo “Street Rodder”, originariamente edito da TRM Publications Inc. di Placentia, CA. Per la cronaca Primedia pubblica anche l’attuale edizione di Popular Hot Rodding.

Totalmente indipendente e fortemente specializzata l’edizione trimestrale di “The Rodders Journal”, una specie di Edizione d’Arte fortemente centrata sull’aspetto fotografico che comprende, anche, numerose illustrazioni d’epoca.

Infine l’Editoria specializzata nel turning left (ovali, stock cars e Indy) è rappesentata da Circle Track, affiancata da Stock Car Racing: si tratta di riviste dedicate alle migliaia di piloti ”dilettanti” che le considerano alla stregua di veri e propri manuali da consultare mensilmente.

Una curiosità: molto del vero “spirito” dello hot rodding è stato descritto dalle esagerazioni disegnate dai “cartoonists”, il primo dei quali, Tom Medley, ha iniziato sui primi numeri di Hot Rod Magazine con il personaggio di Stroker McGurk (vedi sotto la famosissima vignetta sull’applicazione, la prima in assoluto, del paracadute ad una drag car), il prototipo degli hot rodders. In seguito CarToons ha pubblicato per lunghi anni l’evoluzione e le esagerazioni delle varie mode. Anche CarToons è ormai un pezzo di storia quasi introvabile: i collezionisti non riescono a rinunciare alla loro raccolta.

L’Editoria Americana dei periodici specializzati in hot rodding è forte di oltre centoventi testate: non rimane che l’imbarazzo della scelta. Per quello che riguarda l’Europa, un’iniziativa multinazionale degna di nota è Chrome & Flames, approdata anche in Italia, ma, recentissima è CRUISIN’, la rivista alla quale collaboro dal 2004.

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