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Se la strada è il vero banco di prova degli hot rods, la strada deve anche essere la loro vetrina. A complemento di questa affermazione molti proprietari di auto d’epoca sono convinti che “le macchine, se non marciano, si rovinano”. Tutto ciò detto, questi i principali motivi per cui sono nate le cruises, i raduni e gli street nationas.

La National Street Rod Association e la rivista CAR CRAFT, basandosi su queste considerazioni, convocarono nei Fairgrounds di Memphis, Tennessee, “tutti colori i quali avessero avuto il tempo, la voglia ed il coraggio” di percorrere, rigorosamente su strada aperta al traffico, qualsiasi distanza pur di “conoscere lo staff della Rivista”. Era il 1972.

Le trecento vetture arrivate quell’anno permisero di stabilire che l’esperimento si poteva ripetere: l’entusiasmo dimostrato dai piloti, i servizi fotografici apparsi (oltre che su CAR CRAFT) su molte altre testate ed alcuni episodi curiosi consentirono l’organizzazione dei “CAR CRAFT Street Nationals” fino al 1976, con numero sempre crescente di partecipanti anche se non proprio entusiasmante.

Ai C.C. Street Nationals della prima edizione era presente anche un giornalista-fotografo, John Asher, il quale  iniziò a ragionare sulla mentalità dei partecipanti, sulla diffusione di “street machines” e sulla possibilità di impiantare un vero business che sfruttasse il fenomeno. Asher incontrò alcune difficoltà, soprattutto nel reperimento di Soci-finanziatori, tanto che la sua idea riuscì a prender corpo soltanto nel 1977.

La città prescelta per la prima edizione degli “STREET NATIONALS” fu Indianapolis, probabilmente perchè già preparata alle invasioni di turisti ed ospiti, mentre la partecipazione risultò assolutamente incoraggiante: 1300 vetture. Due anni dopo l’Organizzazione fu costretta a limitare il numero di partecipanti bloccando le iscrizioni al raggiungimento del cinquemillesimo iscritto. Da quel momento in poi (anni ottanta) l’affare si rivelò una felice intuizione, non solo per Asher.

Nel 1982 gli Street Nationals migrarono a Springfield (Illinois) riducendo ancora le iscrizioni a sole quattromila vetture, nonostante lo spazio a disposizione fosse più che abbondante: i problemi erano creati dal traffico provocato non già dai partecipanti, ma dalle decine di migliaia di visitatori. Nel 1985, sempre con il limite delle 4.000 vetture ci si spostò a Fairmont City, sempre in Illinois, mentre nel 1986 fu scelta Du Quoin con una ulteriore riduzione a 3.000 partecipanti. Le lamentele degli esclusi, già note da tempo, imposero l’istituzione di eliminatorie regionali e la costituzione di un Organismo che curasse, stabilmente, l’organizzazione di eliminatorie e Manifestazione principale: La Special Events, Inc. Il sogno di John Asher poteva dirsi realizzato.

Con gli anni novanta la diffusione degli Street Nationals e delle varie eliminatorie regionali potrebbe essere definita epidemica: nel 1995 inizia l’organizzazione dello “HOT ROD Power Tour”, un trasferimento su strada organizzato dalla Rivista con vari punti di partenza e meta un unico “luogo sacro” per lo hot rodding, via via modificato in un giro della Nazione in varie tappe, lungo una settimana e dozzine di Stati. La sorella di HOT ROD, CAR CRAFT, arrivò, qualche anno dopo, ad organizzare il “CAR CRAFT Anti-Tour” con lo scopo dichiarato di evitare massacranti trasferimenti per giorni interi ed oggigiorno è veramente difficile capire quanti effettivamente siano i Nationals ed i Tours ornganizzati durante i mesi estivi, negli States.

La National Street Rod Association, di contro, continua ad organizzare i suoi STREET NATIONALS ai quali partecipano, ogni anno, non meno di una decina di migliaia di veicoli “streetable”: il record di partecipazioni, tuttora imbattuto, è stato registrato nel 1994, a Louisville, Kentucky, con la presenza di 13.871 street rods regolarmente registrati.

Un “tour” di questo genere richiede sforzi logistici notevoli ed impegna lo staff degli organizzatori praticamente dal giorno successivo alla chiusura della manifestazione appena conclusa, ma molto spesso due Events si accavallano: mentre un tour si chiude, già da mesi si è affrontata la preparazione del successivo. I contatti con le Amministrazioni locali, con le Polizie di vari Stati e le strutture di accoglienza turistica possono essere affrontati soltanto con l’esperienza ed il professionismo più validi: inoltre ogni tappa del tour deve prevedere visite ad Aziende, Musei, competizioni di solo-racing, drag races, votazioni affidate al pubblico, premiazioni, intrattenimentto per familiari e piccoli ospiti, assistenza stradale, medica e copertura da parte dei Media.

Negli ultimi anni tours e nationals sono frequentati anche da piccole delegazioni di partecipanti provenienti da oltreoceano: un ulteriore segno delle nuove tendenze dello hot rodding, ormai internazionale e globale.

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I trasferimenti verso i “Nationals” avvengono generalmente su strada ed in gruppo, con i membri del proprio Club.

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Una volta arrivati a destinazione si cerca o si raggiunge la postazione assegnata per l’esposizione.

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I parcheggi all’ombra e ben ordinati sono una caratteristica diffusa pressochè ovunque.

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Raggiungere i chioschi predisposti per il ristoro di espositori ed ospiti può avvenire con l’auto.

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Una delle prove alle quali “devono” sottoporsi i Concorrenti è il “solo racing”, un percorso tra i birilli per testare la manovrabilità del mezzo. Ai “Nationals” è implicito l’imperativo “no trailer’s queens!” (non sono ammesse vetture sui rimorchi, le regine degli Shows).

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Anche se piove a dirotto i trasferimenti avvengono rigorosamente “su ruote”.

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