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Tutto sarebbe molto più facile, sia da descrivere che da comprendere, se vi fosse un solo Campionato per le ruote coperte ed uno solo per le ruote scoperte. Sfortunatamente non è così. Gli interessi dei Proprietari di piste, i diritti televisivi e le spinte dei Costruttori sono l’unico aspetto negativo del turning left che, per queste molteplici ragioni, presenta un quadro complicato e mutevole, capace di disorientare anche il più volonteroso tra i reporters.

La relativa libertà, da sempre vigente negli Stati Uniti, di fondare una Association che legiferi in materia sportiva “come più fa comodo”, ha provocato spesso invidie in chi non riesce a farsi approvare un certo tipo di Regolamento (in Italia ed in Europa) ma, purtroppo, è anche responsabile del caos che disorienta chi vorrebbe capire più a fondo le differenze tra le varie Associations.

Il primo originario trauma (che non ho mai ben capito fino in fondo) è l’autoproscioglimento della “triple A”, verificatosi il 3 Agosto 1955: alcuni Giornalisti americani rimasero letteralmente di stucco e la Nazione priva di qualsiasi copertura internazionale, pur essendo il maggior Produttore al Mondo di automobili. Non solo: in pericolo era anche l’orgnizzazione della 500 Miglia di Indianapolis, competizione già assurta al livello di Gara internazionale, con illusri trascorsi e rosee pevisioni (di allora) per il futuro.

Come già osservato in “Open Wheels” ciò che seguì ha un solo punto fermo: la continua preseza della N.A.S.C.A.R. dovuta alla determinazione del suo fondatore Bill France Senior. La N.A.S.C.A.R. è l’unico Organismo Sportivo motoristico americano che ha potuto evolversi continuamente nel corso dei 58 anni di ininterrotta attività (insieme alla N.H.R.A. di Wally Parks) senza subire pressioni derivanti da “elementi esterni” alle competizioni. Lo stesso fatto per cui gli impianti sportivi sono gestiti da una distinta Organizzazione, che pure fa capo alla famiglia France, ha evitato terremoti legislativi e ricatti di ordine finanziario.

Grazie a questa politica, spesso definita con fantasiosi ed, a volte, offensivi aggettivi, è possibile capire che una “stock car” è una vettura a ruote coperte che può correre in Campionati ben definiti su altrettanto facilmente individuabili Piste. E’ evidente che l’apprezzamento formulato dal “Automobile Competition Committee for United States”, quando chiese alla N.A.S.C.A.R. di entrarne a far parte, teneva conto anche della stabilità di un Ente che macinava successi, anno dopo anno, pur essendo stato concepito nella cucina di casa di un ex-benzinaio, meno di dieci anni prima.

Sostanzialmente le grandi Divisions N.A.S.C.A.R. sono: la “Nextel Cup”, la più nota e seguita a livello nazionale; la “Busch Series”, un gradino sotto; la “Craftsman Truck Series”, riservata ai pick-ups; le “N.A.S.C.A.R. Regional Series” suddivise in “AutoZone West Series”, “Busch East Series”, “N.A.S.C.A.R. Touring”, “N.A.S.C.A.R. AutoZone Elite Divisions” e “N.A.S.C.A.R. Dodge Weekly Series”. A parte le prime tre, le altre sono variamente suddivise in zone regionali che evitano ai drivers (o aspiranti tali) la necessità di frequenti trasferimenti transcontinentali.

In buona sostanza una gerarchia abbastanza chiara anche se evolutasi per accogliere sotto un’unica bandiera realtà diverse da Stato a Stato.

Come si è visto in “Covered Wheels” la principale rivale della N.A.S.C.A.R. risulta essere stata la “American Stock Association” la quale, alcuni anni addietro, si era proposta di modernizzare le “stock cars”, concedendo la possibilità di impiegare l’iniezione di benzina e qualche “trick” di natura elettronica: la sua strada non è stata lunga ed oggi è, in pratica, un agglomerato di piste indipendenti (non affiliate alla N.A.S.C.A.R.) che legifera quasi eslusivamente a livello locale. “A.S.A. Racing”, invece, si occupa di Late Models soltanto. Ancora in questo settore (Late Models e Trucks)) un’altra Organizzazione dalla movimentata storia, la “Midwest Association for Race Cars” costituita nel 1952, poi mutata in A.R.C.A. nel 1964, con una denominazione già nota fin dal 1933 per iniziativa dei fratelli Collier, ma allora centrata sul “road racing” o corse su percorsi stradali.

Pur essendo proposto in “Yellow Pages”, un rimando ad un sito conciso e panoramico (ma molto ben fatto nella sua essenzialità) è indispensabile per approfondire il discorso sul “turning left”: si tratta di “The North American Motorsports Pages” nel quale sono comprese tutte le specialità del motorismo nord-americano con alcuni essenziali dettagli regolamentari, le note storiche indispensabili e un elenco di piste legate alle varie discipline.

Le “open wheels” sono quelle che necessitano di una guida di questo tipo per essere capite: la storia e le varie organizzazioni richiederebbero troppo spazio!

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